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Carbon footprint: cos’è?

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Possiamo misurare l'impatto che le nostre scelte quotidiane hanno sull'ambiente? E quello causato da prodotti, servizi, aziende e eventi? Nell’attualissimo tema legato alla sostenibilità e all’effetto delle scelte sullo stato di salute del nostro pianeta è importante per le aziende quantificare la carbon footprint.

Possiamo misurare l’impatto che le nostre scelte quotidiane hanno sull’ambiente? E quello causato da prodotti, servizi, aziende e eventi? Nell’attualissimo tema legato alla sostenibilità e all’effetto delle scelte sullo stato di salute del nostro pianeta è importante per le aziende quantificare la carbon footprint.

Il termine tradotto letteralmente significa impronta di carbonio e sta ad indicare la quantità di emissioni di gas serra causate da prodotti, servizi, aziende, individui, eventi etc.

Tutti noi l’abbiamo e potremmo calcolarla, ogni qualvolta viaggiamo, ci muoviamo, acquistiamo e compiamo delle scelte questo numero aumenta o decresce in base all’opzione che scegliamo.

Nell’attualissimo tema legato alla sostenibilità e all’impatto delle scelte sullo stato di salute del nostro pianeta è importante per le aziende conoscere questo dato per poter adeguarsi non solo alle normative di riferimento, ma anche compiere scelte e azioni consapevoli per ridurre la propria impronta ambientale.

Il parametro della carbon footprint sta ad indicare la quantità di anidride carbonica (CO2) emessa nell’atmosfera dall’elemento che si prende in considerazione, sia esso una persona fisica, un’azienda o un singolo prodotto.

L’indice risultante dal calcolo valuta l’impatto ambientale di scelte e abitudini e deriva da un’analisi di emissioni dirette ed indirette, quindi quanto più accurato e specifico è il calcolo, maggiore è la possibilità di ottenere un risultato rilevante per prendere decisioni su elementi o aree specifiche su cui intervenire per migliorarlo.

Perché la carbon footprint è utile?

L’amministrazione pubblica, gli enti nazionali ed internazionali possono quantificare l’impatto di determinate politiche di settore oltre a poter valutare l’efficienza delle proprie strutture, esistenti e in costruzione.

Oltre a ciò, il dato è utile in termini di pianificazione globale per poter monitorare la domanda di combustibili fossili e andare ad agire in tempo utile per arginare lo sfruttamento eccessivo delle risorse mondiali.

Dal punto di vista aziendale, la carbon footprint non è solo utile per i motivi elencati in precedenza, ma può anche apportare benefici per valorizzare le proprie pratiche ambientali e le attività socialmente sostenibili. Gli obiettivi legati alla carbon neutrality per compensare e ridurre le emissioni apportano inoltre numerosi benefici dal punto di vista economico, si pensi solo al risparmio energetico.

Carbon footprint e decarbonizzazione dell’edilizia

Nello specifico, come si applicano i principi della decarbonizzazione del settore edile?

Tra gli obiettivi 2030 c’è l’indicazione di raggiungere il 27% di consumo energetico da fonti rinnovabili e la riduzione del 30% delle emissioni di alcuni settori, tra cui quello edilizio.

La decarbonizzazione per ridurre le emissioni di CO2 si traduce nell’utilizzo di fonti prive di carbonio, come ad esempio le energie rinnovabili. Non è però sufficiente agire sulle emissioni dirette, bisogna anche considerare e compiere scelte oculate che permettano di ridurre anche le emissioni indirette.

Le sfide sul territorio nazionale si svolgono principalmente sul fronte del costruito esistente, nella maggioranza dei casi costituito da edifici con alle spalle molti anni di vita e poco efficienti energeticamente. Sono necessari pertanto investimenti e politiche che agevolino azioni orientate a migliorare questo aspetto.

Al contempo l’edilizia legata alla costruzione di strutture nuove dovrà essere sempre più concentrata sugli edifici green e altamente efficienti. Questo si traduce in strutture che utilizzano energia pulita sia in fase costruttiva che di effettivo utilizzo, sulle quali sono state fatte le giuste valutazioni in materia di ciclo di vita e la considerazione dell’integrazione di essi su una struttura urbanistica sempre più attenta ed esigente in materia di emissioni. Pertanto è necessario valutare non solo il progetto relativo al singolo edificio, ma anche l’impianto urbano in cui si va ad inserire e in cui compirà il suo ciclo di vita.

Id 11 è attiva nell’edilizia agro-alimentare per la riduzione delle emissioni

L’obiettivo generale del progetto è quello di ridurre le emissioni di CO2 incorporate nell’edificio, pertanto tutte le azioni sono  indirizzate al risparmio energetico e a porre particolare attenzione ai materiali e prodotti utilizzati.

Si è puntato espressamente all’utilizzo di materiali riciclati o comunque di materiali pensati con l’obiettivo di abbassare l’impronta di carbonio.

L’edificio progettato da Id 11

Il 100% della struttura portante verticale fuori terra e le pareti di chiusura perimetrali portanti sono realizzate in fabbrica, riducendo così il numero di consegne in loco del 60% e creando meno rifiuti. Questo ha permesso inoltre di limitare il più possibile il numero e la permanenza delle persone in sito quale soluzione efficace in tema di mobilità sostenibile.

La struttura

Per limitare il carico sulle fondazioni, e quindi diminuire la dimensione delle strutture portanti, la copertura dell’edificio è stata realizzata in legno strutturale: un materiale rinnovabile proveniente da foreste certificate, dove l’abbattimento è compensato tramite nuove piantumazioni. Sono stati impiegati isolanti di tipo minerale e biologico come lane di roccia, legno, vetro evitando prodotti a base di petrolio.

In generale sono stati utilizzati prodotti e materiali basso-emissivi per assicurare la qualità dell’ambiente interno, come vernici e rivestimenti con bassissimi valori di emissione di sostanze chimiche dannose.

Sono stati installati vetri a doppia camera, calcolati e verificati tutti i ponti termici, progettata la tenuta all’aria e verificati i risultati tramite appositi test in corso d’opera. Le finestre sono state posizionate per ottimizzare la massima captazione della radiazione solare durante il periodo invernale, mentre un sistema di aggetti naturali della copertura consente gli ombreggiamenti durante il periodo estivo.

I materiali utilizzati e la loro carbon footprint

Il 60% dei materiali di riempimento proviene da riciclo, e il 60% dei materiali impiegati è di provenienza regionale, estratti e lavorati a distanza limitata rispetto al cantiere, in modo da usare risorse locali e ridurre gli impatti ambientali derivanti dal trasporto.

Carbon footprint dei materiali da costruzione

Dal punto di vista dei materiali utilizzati almeno l’80% di essi potrà essere riciclato tramite un’attenta organizzazione delle attività di lavorazione, raccolta e stoccaggio dei materiali di scarto.

Le acque meteoriche ricadenti all’interno della proprietà sono convogliate garantendo il lento rilascio nel sistema di drenaggio per ridurre le possibilità di inondazioni locali e garantire la ricarica della falda secondo quanto definito nelle “Norme tecniche di attuazione piano di tutela delle acque”.

Le soluzioni costruttive innovative impiegate garantiscono un involucro ad elevate prestazioni in termini di consumo energetico garantendo spazi di lavoro con un elevata flessibilità essendo caratterizzati da una forte dinamicità per la frequente necessità di modifiche del lay-out interno. 

Se sei interessato a esplorare approcci e soluzioni per ridurre la tua carbon footprint, qui puoi trovare informazioni sui nostri progetti, strumenti pratici e risorse utili per intraprendere un percorso verso un impatto ambientale più positivo. Ogni piccolo gesto conta, e insieme possiamo fare la differenza per un mondo più verde e sostenibile.

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